L’adolescente e il disinteresse. Preoccuparsi oppure no?

Soprattutto in tempi di pandemia e di lockdown, l’isolamento e la forzata reclusione nelle mura domestiche hanno certamente amplificato alcune delle fragilità dei nostri ragazzi. L’umore degli adolescenti spesso può essere variabile e oscillare da stati di euforia, in genere passeggera, ad uno stato cupo, pessimista, spesso più duraturo; ci si confronta così con irritabilità, suscettibilità, nervi a fior di pelle, rabbia espressa in modo esagerato ed esplosivo, o a volte repressa e giocata in modo oppositivo e passivo.

Può capitare ad esempio, ai genitori, di trovarsi alle prese con adolescenti che non mostrano interesse verso nulla, magari proprio quegli adolescenti che da bambini facevano della curiosità, dell’appassionarsi, dell’interesse verso il mondo un loro punto di forza. Questo cambiamento, a volte davvero radicale, muove delle forti preoccupazioni nei genitori; in particolare può suscitare vissuti di impotenza, a volte di rabbia, e il grande desiderio di far sì che i ragazzi riscoprano l’interesse in qualche attività.

Una sorta di noia cronica e costante può instaurarsi fin dall’inizio della pubertà, lasciando spesso sconcertati i genitori. Ancora più sconcertante può essere il fatto che questi adolescenti non esprimano alcun giudizio né motivazione, accontentandosi di fare pochissime cose o, a volte, addirittura niente. Non si interrogano su ciò che faranno in futuro, non sembrano interessati alla vita, dicono di non essere preoccupati della morte e spesso le condotte rischiose lo dimostrano. Anche il tema del suicidio può diventare un elemento che suscita legittime e grandi angosce nei genitori. Tuttavia, paradossalmente, proprio questi ragazzi a volte si inquietano e si agitano di fronte al minimo dolore, preoccupandosi del funzionamento del proprio corpo, in uno stato di allerta costante, come confermato dall’alta incidenza degli attacchi di panico e dell’ansia generalizzata.

In queste situazioni è importante comprendere se si è di fronte ad una normale fase di passaggio, oppure se si è di fronte a segnali di una sofferenza di cui sarà importante prendersi cura. Può essere utile osservare l’impatto di questo disinteresse sulla quotidianità dell’adolescente (ad esempio sulle relazioni, sulla scuola, sulla cura di sé), cercando di mantenere uno sguardo il più possibile non giudicante, ma descrittivo. Il genitore può quindi rimandare al ragazzo ciò che sta osservando e il proprio vissuto di preoccupazione e di dispiacere, senza però eccedere, per non far nascere pericolosi sensi di colpa nei ragazzi. È fondamentale cogliere con cura e attenzione quei momenti in cui l’adolescente si mostra più disponibile al dialogo e a condividere le sue emozioni e pensieri; saranno proprio questi i momenti cardine, centrali, nella relazione genitori-figli, mattoni fondamentali per far sperimentare una reciproca fiducia e presenza. Si costruirà così un condiviso percorso evolutivo e di crescita che riguarda tutti gli attori coinvolti e che prevede una riformulazione dinamica e costante di ruoli, confini, legami e modalità relazionali.